Francesco Di Lernia

Hotel Bellavista

Introduzione

Avevo detto a Jasmine che avrei fatto il bagno e le avevo chiesto se mentre ero in acqua poteva controllare il mio zaino... il mare era color turchese, potevo vedere il fondale senza l'aiuto della maschera... una volta immerso mi sono lasciato trasportare dalla corrente....E’ vero, Jasmine mi aveva detto di non allontanarmi dalla spiaggia... ma se non prendi il largo, se non ti lasci andare al fluire delle cose, non vedrai mai l’orizzonte che hai alle spalle… Me l'aveva detto Jasmine....... mi sono voltato e i bagnanti e gli ombrelloni erano ormai ridotti a puntini tremolanti sul pelo dell’acqua… Ed è stato allora che mi sono sentito risucchiare da un vortice di acqua gelida che mi ha paralizzato...

Non ricordo più se fosse l'estate del ‘12 oppure quella del ‘15… No, eravamo senza dubbio nel ‘12, visto che solo quell’anno intrapresi un viaggio verso il deserto di (...) … Tutti gli anni, del resto, osservando la spiaggia e il mare da quello stesso punto di vista, provavo la sensazione di assistere all’ennesima replica dello stesso spettacolo… (una scena che si smontava e rimontava ogni volta, simile a se stessa, ma mai del tutto uguale…)

E io lo sospettavo… Sospettavo sempre che al di là di ogni apparenza, qualcosa fosse cambiato… le fantasie del tessuti degli ombrelloni?… La foggia dei costumi dei bagnanti? … Subito ricominciavo ad analizzare febbrilmente ogni dettaglio, alla ricerca di una qualsiasi minima differenza… La sequenza dei movimenti?… Il posizionamento dei personaggi sulla scena?

Ogni volta mi chiedevo se le immagini che scorrevano davanti ai miei occhi, fossero le stesse dell'anno prima, rimaste impresse nella retina, o se si fossero rigenerate come immagini del tutto nuove ...

I movimenti di una moltitudine di persone… spontanei, come i loro riflessi nell'acqua... C'è un passaggio, in questa causa effetto, che crea immagini all'infinito…come in quei mercati, quei suq alle porte del deserto, dove ogni cosa parla e si muove con assoluta naturalezza… e tu, straniero, ti senti fuori posto, come un corpo privo di vita.... Perché poi quest'anno non sono tornato a Tinerhir?

Credi d’aver perduto il filo, ma basta un niente per riprenderlo… Bambini che giocano, alcuni parlano dei topi che hanno invaso il primo piano dell'albergo... alcuni vengono, altri vanno, e la scena varia di continuo ...

Oppure potrei raccontarvi di come quell'anno alcuni bagnanti avessero avvistato una strana coppia aggirarsi sulle dune a ridosso della spiaggia, una giraffa e un toro dalle dimensioni abnormi… e di un forestiero in verde che si godeva la scena imperturbabile, sorseggiando tè alla menta ...

Avvistamenti inquietanti che avevano indotto il direttore del camping a diffondere dalla reception un messaggio tranquillizzante per tutti ...

E tuttavia in quei veloci scatti di sorrisi e movimenti e discorsi che avevo la sensazione di ri-conoscere, continuavo a non capire come ognuno fosse sempre di spalle alla propria ombra… Si parlava del ristorante oltre la baia o di un trafiletto letto velocemente... E dentro quei piccoli scatti di vita rubata, impressa nella mia retina, io vedevo sagome e ombre, sentivo suoni spettrali, percepivo il canto struggente delle balene… E allora era così alla fine… lo scenario non mutava mai davvero… fra uno scatto e l’altro non si creava mai quel contrasto fra luce e ombra che sta a testimoniare lo scorrere del tempo… Ricominciai ad analizzare febbrilmente, minuziosamente la spiaggia ... Jasmine era sempre là, immobile, rassicurante… a controllare il mio zaino ...